TIME MACHINE: IL 2003

7 Ottobre 2025

 

Bentornate e bentornati sulla Time Machine!

Il 2003, al cinema, è un anno di grandi autori e autrici. Con Il ritorno del re, Peter Jackson conclude la magistrale trilogia de Il Signore degli Anelli: agli Oscar del 2004 il film vincerà 11 statuette, eguagliando i record di Ben-Hur (1959) e Titanic (1997). Ma il 2003 è anche l’anno di Mystic River di Clint Eastwood (Oscar a Sean Penn e a Tim Robbins), di Lost in Translation di Sofia Coppola (Oscar per la Sceneggiatura Originale) e di Kill Bill Volume 1 di Quentin Tarantino, primo capitolo di una saga di vendetta che è cult ancora prima di arrivare nelle sale.

Non scherzano neppure la variegate uscite musicali, dal rock di Elephant dei White Stripes (con la hit Seven Nation Army) al rap di Get Rich or Die Tryin’ di 50 Cent. Per non parlare di Frank, debutto dell’indimenticabile Amy Winehouse, e di Dangerously in Love, primo disco solista di una cantante R&B destinata a infrangere ogni record: Beyoncé.

Nell’universo FILA, invece, il 2003 aggiunge un tassello nel percorso nel brand nell’universo dei motori. Dopo la collaborazione con Ferrari nel 2002, arriva infatti l’incontro con Ducati, la casa motociclistica creata da Adriano Ducati nel Dopoguerra a Borgo Panigale (BO). Il 4 luglio 1926 Antonio Cavalieri Ducati – insieme ai figli Adriano, Bruno e Marcello – fonda la “Società Scientifica Radio Brevetti Ducati”, azienda pionieristica che sviluppa strutture per la comunicazione radio, creando un filo diretto tra il capoluogo emiliano e gli Stati Uniti. La scoperta crea terreno fertile per un percorso di innovazione che condurrà, al termine della Guerra, alla conversione al settore motoristico.

Nel 2003 la collaborazione tra FILA e Ducati viene lanciata con lo slogan “two Italian stories, one passion”, enfatizzando la tensione al futuro, l’attenzione al dettaglio e il desiderio di vittoria condivisi da entrambe le realtà. La campagna pubblicitaria è rock’n’roll: negli spot le moto sfrecciano al ritmo di canzoni come Rebel Rebel di David Bowie (1974) e It’s My Life di Bon Jovi (2000). La collezione, invece, alterna equipaggiamenti tecnici e capi dal taglio classico, indossati da piloti tra i più popolari dell’epoca.
L’australiano Troy Bayliss, ad esempio, giunto alla carriera agonistica dopo un’infanzia umile, segnata da problemi economici. Il suo destino, però, è quello di divenire Bayllistic, pilota con un ruolo d’onore nel cuore dei ducatisti moderni: è l’unico pilota della scuderia, infatti, ad avere vinto tre titoli con tre modelli differenti.

Neil Hodgson, britannico, nel 2003 diviene il numero uno del team, alla guida della FILA Ducati 999: ha solo 30 anni, ma alle spalle una già rispettabile carriera. Infine, lo spagnolo Rubén Xaus, infine, protagonista di una carriera trasversale: esordisce in Supersport nel 1997 per poi mettersi in luce nel Campionato Mondiale Superbike, dove sfiora la vittoria nel 2003 proprio con Ducati.
Sia Hodgson che Xaus posano nel lookbook Primavera – Estate scattato da Fabrizio Porrozzi e Giulio Viggi, nel quale spicca il seguente statement:

“dai campi da tennis fino alle piste da corsa, FILA è sinonimo di eccellenza. La sua tradizione – di recente incarnata da campioni del calibro di Jennifer Capriati, Kim Clijsters e Mark Philippuossis – arriva oggi sull’asfalto della gara […] E anche se in apparenza tennis e moto da corsa non sembrano avere nulla in comune, in realtà le due compagnie condividono un DNA fatto di stile italiano e desiderio di emergere”.    

 

Vuoi ricevere “News dalla Fondazione”? Iscriviti subito qui!

Torna agli articoli!