110: Silenzi e campioni

27 Gennaio 2021

Taciturno era Pierluigi, come già vi avevo raccontato: nel crearmi, l’artista si chiuse in lunghi silenzi, e gli unici suoni che ho saputo udire erano i fruscii del tessuto che prendeva nuova forma.

Non parlava molto nemmeno lui, l’uomo arrivato dal freddo. Timido, introverso, nel fondo dei suoi occhi azzurri sedimentava il gelo dell’inverno svedese, che l’ha temprato sin da bambino. Tuttavia, la sua non è mai stata una presenza passiva. Alto e prestante, il suo corpo emanava onde d’energia. Anche quando non impugnava la racchetta da tennis, avevi l’impressione che i muscoli si protendano sempre verso l’esterno, fendendo l’aria con colpi guerrieri.

Eravamo belli, siamo belli. Per lui mi sono impreziosita ancor di più: un’abbottonatura discreta, il colletto colorato e a contrasto, patch quadrangolari su petto e spalla. Nella teca sono circondata di silenzi, ma quando lui mi indossava qualcosa intorno a noi esplodeva. Lo stadio, i cuori dei tifosi, le urla delle ragazzine: ma cosa succede? Com’era diverso il mondo all’esterno! Veloce, soprattutto: sì, perché io e il campione biondo correvamo sempre, ci spostavamo sudando da un punto all’altro del campo. Un’unica pelle, la ricerca estenuata di un obiettivo. Vincevamo tanto, vincevamo quasi sempre. E quando accadeva, vedevo quegli occhi immalinconiti aprirsi, abbracciare il sudore e i segni sul volto in un’unica smorfia felice. Il suo corpo guizzava e strisciava sull’erba di Wimbledon per eruttare urla libetrici. Wimbledon, già. Che esperienza. Incredibile. Se ad una come me è concesso avere un rimpianto, bè, posso dire che mi sarebbe piaciuto visitare meglio Londra. Me lo promettevano di continuo, puntualmente venivo illusa. D’altronde, come avrei potuto? Ogni volta che tentavamo di abbandonare lo stadio in direzione della città, il taxi calamitava l’attenzione dei fan. Grida, cori, braccia protese. Tutte le mie fibre s’irrigidivano, lo proteggevo. Ci provavo, almeno. Il silenzio non mi ammantava più, la voce della folla occupava ogni angolo di spazio reclamando il suo nome. Björn, Björn.

About

Born in Biella in the foothills of the ltalian Alps, WONNIE is a ski-loving white bear. Because he is from the snow­covered Alps, he is vulnerable to hot weather, and despite his size he has timid personality so he is always blushing. WONNIE is a gentle bear with heart of gold who easily find faults with himself even with small things but never blames others.