TIME MACHINE: IL 1990

6 Maggio 2025

Anche questo mese si viaggia a bordo della Time Machine.

Il 1990 è segnato da eventi impressi nella memoria collettiva: il 3 ottobre di quell’anno, infatti, la Repubblica democratica di Germania viene sciolta ed annessa alla Repubblica federale tedesca, disegnando un unico stato. È la fine simbolica della Guerra Fredda, un nuovo inizio anticipato – simbolicamente – dal crollo del muro di Berlino un anno prima.
Gli anni Novanta si aprono anche all’insegna delle arti, in primis quella cinematografica: nelle sale si alternano capolavori firmati da Bernardo Bertolucci (Il tè nel deserto), Luc Besson (Nikita), David Lynch (Cuore selvaggio).

Nel tennis, invece, il ’90 è l’anno di Boris Becker. L’ex campione tedesco, che occupa un posto di rilievo nella tradizione FILA, è uno degli sportivi più amati anche ad anni di distanza dal ritiro. Innanzitutto, perché è l’uomo dei record: nato a Leimen, Germania, nel 1967, Becker è il più giovane atleta nella storia ad aver vinto Wimbledon. Nel 1985, infatti, il suo gioco elegante e potente sbaraglia tutti i colleghi del torneo, da Jimmy Connors a John McEnroe fino a Kevin Curren, sconfitto in finale. Becker ha soli 17 anni ed è agli esordi da professionista: la sua vittoria è un primato oggi difficilmente eguagliabile.

Nelle stagioni successive il tedesco consolida la propria fama mondiale e il soprannome di ‘Bum Bum’, chiaro omaggio alla forza dei colpi serviti dall’alto del suo metro e novanta di altezza. A renderlo un grande, però, ci sono pure la grazia innata, il talento nel gioco a rete, la versatilità dimostrata in singolo e in doppio. Come scrive Luca Capponi di Contrasti, esistono i bravi giocatori ed esistono le icone: ecco, Becker occupa un posto d’onore nella seconda categoria. Lui, che convinse il preside della sua scuola a concedergli un permesso per Wimbledon, per poi diventare speaker d’onore nelle università di Oxford e Cambridge. Lui, che nel 2000 sfida in diretta sulla CNN Garry Kasparov, all’epoca numero uno al mondo di scacchi, tenendogli testa fino alla diciottesima mossa (per poi subire scacco matto, va detto). Nel 1990 Boris Becker è all’apice di una carriera che conta, in totale, sei titoli Slam, la vecchia Grand Slam Cup, due Coppa Davis e un oro olimpico in doppio.

Per FILA, Boris Becker è stato molto più di un atleta sponsorizzato, è stata un’autentica musa. Le sue uniformi, indossate tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta, sono ancora oggi inconfondibili per i colori vivaci, le geometrie dinamiche, le iniziali ‘BB’ ricamate a fianco del logo F-Box. Forse la chiusura migliore per quest’articolo è nelle parole del documentarista premio Oscar Alex Gibney, autore della docuserie The World vs. Boris Becker (2023): “è un uomo brillante, carismatico, superfamoso e un po’ naif. Lui vive come gioca a tennis: si butta a rete, prende dei rischi e si gioca il tutto per tutto”.          


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