RITRATTI: ALBERTO TOMBA
Bentornate e bentornati a Ritratti, la rubrica che riporta all’attenzione le protagoniste e i protagonisti della storia FILA. E Alberto Tomba è stato molto più che un fuoriclasse dello sci: è stato colui che ha riacceso la passione degli italiani per gli sport invernali.
Tomba è nato a San Lazzaro, in provincia di Bologna, il 19 dicembre 1966. Un territorio estraneo all’immaginario montano, che giustifica il soprannome di ‘ufo piombato sul pianeta sci’ datogli da Bruno Gattai, ex sciatore e telecronista. Nonostante ciò, ha sciato dal 1986 al 1998, nel gigante e nello slalom, affermandosi come specialista indiscusso nelle prove tecniche.
Il giovane Alberto Tomba si forma a Cortina e sulla Marmolada, sulle Dolomiti, allenato da Roberto Siorpaes. Negli anni costruisce un atletismo fatto di forza e tecnica, distacchi e rimonte: un insieme di elementi che lo renderanno – per citare la FIS – “lo sciatore più forte di tutti i tempi”. È talmente forte che ottiene la benedizione immediata di Ingemar Stenmark, che di lui ha detto: “mi sarebbe piaciuto rivaleggiare più a lungo. Alberto ha rivoluzionato la tecnica, è una pietra miliare dello sci”.
Il medagliere di Tomba si distingue per il numero impressionante di cinquanta vittorie in Coppa del Mondo, che lo rende il terzo sciatore alpino di maggior successo dopo Stenmark e Hermann Maier. Vincitore della Coppa Assoluta nel 1995 e di otto Coppe di specialità, è il primo ad ottenere due vittorie nella medesima specialità dello sci alpino in due edizioni consecutive dei Giochi (Calgary 1988, Albertville 1992): vanta inoltre l’oro olimpico in slalom speciale (Calgary 1988) e due ori in slalom gigante e in slalom speciale ai Mondiali in Sierra Nevada del 1996.
Negli anni Novanta FILA diviene sponsor ufficiale della FISI – Federazione Italiana Sport Invernali e Tomba è il volto di un’età dell’oro dello sci, al fianco di figure come Deborah Compagnoni, Manuela Di Centa e Stefania Belmondo. Per loro l’azienda (che aveva già iniziato ad introdurre il GORE-TEX® negli equipaggiamenti sciistici) sviluppa uniformi con materiali come il Carbon Kevlar: fibre innovative che modellano autentiche armature, come la tuta arancione che Tomba indossa nel 1994. Quando, nel 2004, il marchio biellese Nel 2004, torna a sponsorizzare la Federazione, l’atleta bolognese ‘guida’ una nuova, promettente generazione di sciatori e sciatrici, che comprende Daniela Ceccarelli, Kristian Ghedina, Isolde Kostner, Karen Putzer e Giorgio Rocca. È l’epoca della cosiddetta ‘Valanga Rossa’, con le sue divise dai toni fiammeggianti. Negli anni lo sciatore si guadagna un soprannome, ‘la bomba’, che ben riassume l’energia profusa in pista, ma anche l’affetto del pubblico conquistato negli anni: mentre svolge la prova di slalom speciale delle Olimpiadi 1988, il Festival di Sanremo interrompe momentaneamente la diretta televisiva per trasmettere la seconda manche.
Dopo il ritiro agonistico, avvenuto nel 1998, dopo i Giochi di Nagano, Tomba si è reinventato in maniera camaleontica: attore (nel film cult Alex l’ariete di Damiano Damiani, 2000), commentatore in TV, persino sommelier. I suoi trionfi – ma anche l’infanzia e la vita privata – sono narrati in un’autobiografia, Prima e seconda manche (Sperling & Kupfer, 2008) scritta con Lucilla Granata, e nel documentario Vincere in salita di Tommaso Deboni (2023).
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