TIME MACHINE: IL 2006
Bentornate e bentornati sulla Time Machine, che oggi ci porta indietro al 2006. Un anno importante nella storia della comunicazione, se pensiamo che è quello in cui nasce Twitter. Una piattaforma “difficile da definire, perché non rimpiazzava proprio niente”, secondo le parole del fondatore Evan Clark Williams. Oggi chiamato X, all’inizio il social network consentiva di commentare il mondo con battute brevi, di massimo 140 caratteri: la sua incisività ha negli anni ridefinito il web.
In ambito calcistico, invece, il 2006 è un anno nel cuore di molti tifosi e tifose italiani, dal momento che il 9 luglio la Nazionale vince il quarto titolo mondiale: la finale, giocata contro la Francia, fu disputata allo Stadio Olimpico di Berlino ed è ancora ricordata come un momento di celebrazione e orgoglio collettivi.
Rimaniamo in territorio sportivo, perché all’inizio dell’anno la città di Torino ospita la XX edizione dei Giochi Olimpici Invernali. Le gare si disputano dal 10 al 26 febbraio nel capoluogo piemontese e in altre otto località della regione seguite, dal 10 al 19 marzo, dai Giochi Paralimpici.
L’evento, che rilancia la città a livello internazionale, è un tassello importante anche nella recente tradizione FILA, che all’inizio del nuovo millennio è in una nuova fase della propria storia di sport invernali. Nel 2004, infatti, il ritorno nelle vesti di sponsor ufficiale della FISI (la Federazione Italiana Sport Invernali) raduna una nuova, promettente generazione di sciatori e sciatrici, che comprende Daniela Ceccarelli, Kristian Ghedina, Isolde Kostner, Karen Putzer, Giorgio Rocca. L’era prende il nome di ‘Valanga Rossa’ e ha come ‘padrino’ nientemeno che Alberto Tomba, simbolo dello sci negli anni Novanta.
Il culmine, lo dicevamo, si ha proprio con le Olimpiadi di Torino. In quell’occasione il marchio è lo sponsor tecnico ufficiale della squadra italiana. All’evento prendono parte diverse figure care al brand, come ad esempio l’ex fondista Manuela Di Centa, che durante la cerimonia d’apertura porta la bandiera olimpica in un comitato per la prima volta interamente al femminile (insieme a lei, tra le altre, la scrittrice Isabel Allende e i premi Oscar Sophia Loren e Susan Sarandon). È presente anche Stefania Belmondo, ex fondista ed ultimo tedoforo ad accendere il braciere olimpico.
Torino è simbolica per il marchio: la vicinanza della città con Biella, infatti, rinverdisce il rapporto con le origini, e l’appuntamento è un’opportunità per presentare innovazioni tecnologiche. Tra esse spicca senz’altro la ‘Jet Suit’, tuta adamitica blu e bianca caratterizzata da un pattern grafico che riproduce la composizione dei cristalli di neve.
A Torino 2006 numerosi atleti e atlete sponsorizzati salgono su podi importanti. Armin Zöggeler, slittinista trentino, vince l’oro ed è portabandiera alla cerimonia di chiusura: soprannominato ‘il cannibale’ (in omaggio al ciclista belga Eddy Merckx), ad oggi è l’unico sportivo al mondo ad aver portato a casa una medaglia in sei edizioni consecutive dei Giochi. Giorgio Di Centa, ex fondista friulano (e fratello di Manuela, ex atleta sponsorizzata e campionessa olimpica), di ori ne vince ben due: nei 50 km tl e nella staffetta (con Pietro Piller Cottrer, Fulvio Valbusa e Cristian Zorzi). Infine, la lombarda Jennifer Isacco e la trentina Gerda Weißensteiner, ex campionesse di bob, si aggiudicano il bronzo in doppio.
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