FILAPEDIA: HIP-HOP
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L’etimo di hip-hop è incerto, ma identifica il movimento nato alla fine degli anni ’70 del Novecento negli Stati Uniti tra i giovani delle comunità afroamericane e portoricane, per perseguire pratiche di non violenza e condividere forme d’arte come i graffiti e la musica rap. Più in generale, si usa per identificare un genere musicale estremamente popolare, basato su ritmo veloce, rime, linguaggio spesso crudo. Il critico Jeff Chang ipotizza che la prima apparizione del termine sia nel 1982, in un reportage del Village Voice firmato da Stephen Hager: nel raccontare la rivoluzione di Harlem, a New York, il rapper Afrika Bambaata dichiara che tutto ciò che stava accadendo aveva un nome, “hip-hop”, e che era un insieme di quattro elementi – mixare dischi, rappare, fare breaking, dipingere graffiti. In una revisione successiva, Bambaata ne menzionerà un quinto, la conoscenza.
A partire dagli anni Novanta, la parola ‘hip-hop’ comincia ad essere presente anche nel glossario FILA. Più precisamente, quando il brand nato a Biella diviene un baluardo streetstyle, con capi, accessori e calzature che abbandonano la dimensione del campo da gioco per connotare lo stile quotidiano. Ciò avviene (anche) grazie a musicisti e rapper di successo.
Già nel 1985 Schoolly D pubblica Put Your Filas On: contenuto nell’omonimo EP di debutto, è un inno giovanile, che invita ad abbracciare uno stile il più personale possibile. Un anno dopo, nel 1986, vediamo il logo F-Box comparire sulla copertina di Oh My God!, primo album di Doug E. Fresh e della Get Fresh Crew. Fresh, nato alle Barbados, si impone per le rime fresche e inventive: tra le altre cose, è riconosciuto come ‘inventore’ del beatbox, ovvero la capacità di riprodurre con la voce e le corde vocali il suono di una base musicale.
Il marchio piace alla comunità black e non solo. Nel corso degli anni i Beastie Boys – originari di New York, tra le rarissime crew all white a guadagnarsi il rispetto della scena hip-hop – indossano capi FILA, plasmando uno stile inconfondibile e una carriera da venti milioni di dischi venduti. E a proposito di pezzi grossi, impossibile non citare Notorious B.I.G.: il rapper di Brooklyn, tragicamente scomparso nel 1997 a soli 24 anni, è ricordato dal marchio nel 2020, con una capsule collection che include, tra le altre cose, una t-shirt, un cappellino e un paio di sneakers. Realizzato in collaborazione con la Christopher Wallace Estate (questo il nome di battesimo dell’artista), il progetto celebra il talento e l’eredita di ‘Biggie’, omaggiando quando nel 1993, appena ventenne, salì sul palco a Philadelphia indossando una maglietta con una grande ‘F’ disegnata sopra.
La dipartita di Notorious B.I.G. segue di pochi mesi quella di Tupac Shakur, il musicista par excellence della storia FILA (del quale vi abbiamo parlato approfonditamente qui). Il racconto del marchio è in fondo una playlist densa, che a ritmo hip-hop scandisce l’evoluzione del costume e della società.
Code Money!
I say Code MONEY!
Put your Filas on
Put your Filas on
Schoolly D, Put Your Filas On, 1985
“Oggi l’hip-hop è intelligente, è profondo. La sua capacità di comunicare un messaggio complesso in breve tempo è impressionante” Barack Obama, 2008
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